Trattamento antivarroa – Test zucchero a velo

Bene, tutti noi sappiamo che in alcuni periodi dell’anno (inizio primavera, fine estate e inverno) bisogna controllare le nostre famiglie e i nostri nuclei per prevenire che l’infestazione di Varroa Destructor nelle nostre famiglie e nuclei.
Prima di tutto, un breve cenno a:

Cosa è l’acaro Varroa Destructor?

La varroa è una malattia endemica, presentatasi in europa intorno algi anni ’80, preveniente dall’asia. L’acaro Varroa Destructor si comporta come una comune zecca si comporta sui cani. Esso, infatti, si attacca al dorso dell’ape e si nutre dell’emolinfa, indebolendo l’insetto fino, a volte, a farlo morire. Il suo scopo, però, è quello di riprodursi e, quindi, moltiplicarsi.
In che modo si riproduce? Semplicissimo: quando le api stanno per chiudere l’opercolo di una cella contenente una larva, esso si introduce nella celletta e si riproduce. Gli acari si attaccano alla larva per poi uscire dalla cella insieme ad essa.
In questo modo produce due tipi di problemi: il primo è che potrebbe causare malformazioni alle larve, impendendone poi una vita corretta, il secondo è che riproducendosi e reintroducendosi nell’aveare, aumenta la sua popolazione fino a far collassare la famiglia o il nucleo, in assenza di trattamenti preventivi.
Detto ciò, quello che noi possiamo fare, è solo mantenere a bada l’infestazione.

Come possiamo agire?

Dunque, abbiamo, prima di tutto, la possibilità di capire quanto è grande l’infestazione.
Per poter sapere quanto risulta infestata una famiglia o un intero apiario, eseguiamo un test chiamato dello zucchero a velo.
Dobbiamo puntualizzare che nel caso si voglia controllare un intero apiario, dobbiamo testare almeno il 10% degli alveari in esso presenti. Non c’è bisogno di testarli tutti.
Nel caso della famiglia unica è più semplice. Vediamo direttamente il caso dell’apiario, in quanto si applica come test singolo. Prendiamo come esempio un intero apiario da 30 alveari. Prendiamo 3 alveari a campione. E’ bene sapere che la campionatura degli alveari va fatta in un certo modo. Non bisogna prendere 3 alveari in linea uno dietro l’altro, né 3 in linea uno accanto l’altro, ma 3 alveari che non si trovino in alcun modo in linea con quello campionato precedentemente. Ora, quello che dobbiamo fare è aprire il nostro alveare come durante una comune visita di controllo. Uno ad uno estraiamo i telaini ed isoliamo quello con la regina, nel senso che una volta trovato quello con la regina sopra, lo rimettiamo nell’arnia e ne prendiamo uno che non abbia la regina.
A questo punto dobbiamo prelevare dal telaio un campione di circa 300 api. Per fare ciò, ci possiamo servire di un attrezzo in commercio che si chiama Varroa easy check.

Esso non è altro che un contenitore in plastica al cui interno si trova un altro contenitore con dei piccoli buchi intorno e sotto, il tutto richiuso con un tappo. Quello che dobbiamo fare è semplice: apriamo il contenitore ed estraiamo il contenitore bucato. Inseriamo circa 1-2 cm di zucchero a velo nel contenitore principale. Inseriamo di nuovo il contenitore bucato e procediamo con il prelievo delle api dal favo. Il contenitore bucato ha 2 tacche disegnate al suo interno. Quella che ci interessa è quella più in alto che ci dice che siamo a circa 300 api. Prendiamo il contenitore e, con molta leggerezza, tenendolo leggermente inclinato verso il favo, lo passiamo sulle api dall’alto verso il basso del favo. Osserveremo una cospicua caduta di api nel contenitore. Al raggiungimento del livello indicato dalla tacca superiore del contenitore, possiamo chiudere il tutto con il tappo.

Ora non dobbiamo fare altro che scuotere leggeremente per 1 minuto il contenitore in modo che tutte le api si coprano di zucchero a velo. Il passaggio successivo è quello di aprire il contenitore ed estrarre il contenitore con le api e rimetterle nell’alveare. Non abbiate paura di fare questa operazione perché le compagne le ripuliranno in quanto sono particolarmente golose di zuccheri.

Lo zucchero a velo, invece, che è stato lasciato sul fondo del contenitore più grande, va versato in una ciotola con acqua e mescolato in modo da far sciogliere lo zucchero. Fatto questo, vedremo le varroe galleggiare nell’acqua. A questo punto dobbiamo contarle e annotare il loro numero.

Un esempio pratico di come agire è il seguente:
scegliamo nell’apiario gli alveari n. 3 – 11 – 27. Se la disposizione degli alveari è in file da 5 una dietro l’altra, non abbiamo creato continuità.

Se è lineare, abbiamo preso degli alveari a campione abbastanza distanti tra loro. Dobbiamo annotare detti numeri perchè, una volta eseguito il trattamento, possiamo rifare il controllo sugli stessi 3 alveari.

Ora, diciamo che abbiamo terminato il test su tutte e 3 gli alveari campionati.

Supponiamo di aver trovato il seguente numero di varroe:

Alveare n. 3: 6 varroe
Alveare n. 11: 11 varroe
Alveare n. 27: 8 varroe

Adesso, se vogliamo conoscerne l’infestazione in percentuale, supponendo di aver campionato 300 api circa ad alveare, basta attuare queste formule:

  1. (n. varroe alveare singolo) : 3= % varroe ogni 100 api (ripetiamo per ogni alveare)
  2. quindi avremo: 2, 3,66 e 2,66 come percentuale di infestazione.
  3. A questo punto sommiamo le 3 percentuali e le dividiamo per 3.
  4. (2+3,66+2,66) : 3= 2,77%

Sappiamo ora che la media di infestazione teorica è del 2,77% nell’intero apiario.
Poiché, come da studi fatti, la percentuale di infestazione media deve essere non superiore al 2% (fino al 5% non si manifestano troppi problemi, ma oltre si rischia il collasso delle famiglie), dobbiamo intervenire con almeno un trattamento medicinale. Intorno al 5%, mediamente, ne servono 2-3 per arrivare a stare sotto al 2%.
Vi sono vari prodotti in commercio per prevenire l’aumentare dell’infestazione, come Apivar, Apibioxal (permesso in apicoltura biologica), Varromed (permesso in apicoltura biologica), Apifor60 (permesso in apicoltura biologica) e altri.
In caso di utilizzo di acido ossalico solido, va utilizzato il vaporizzatore. Con acido Ossalico il trattamento va eseguito in blocco di covata (forzato in primavera – fine estate, naturale in inverno).

Il blocco di covata si opera ingabbiando la regina nella gabbietta o nel telaio trappola.
Esso va effettuato 24 giorni prima del trattamento, perché, dato che sappiamo che la varroa colpisce soprattutto le larve, dobbiamo avere la certezza che tutte le api sfarfallino prima di eseguire il trattamento. Passati 21 giorni dall’ingabbiamento, si libera la regina e il trattamento si esegue come da protocollo, 2-3 giorni dopo.
Nel caso di Varromed o Apifor60, il trattamento si esegue senza blocco di covata e con gocciolato. Questo perchè il varromed contiene acido formico che allunga la durata dell’azione dell’acido ossalico presente nel gocciolato e non ha come controindicazione il blocco di covata. Apifor60, essendo acido formico, agisce anche sulla covata opercolata in quanto penetra anche all’interno dell’opercolo. Per nostra esperienza noi consigliamo i gocciolati con Varromed, in quanto, sebbene più costoso degli altri, agisce per circa 6 giorni e da degli ottimi risultati.

Il trattamento con Varromed va eseguito, come per tutti gli altri, in prossimità del tramonto.

Si agisce così:
Si apre il tetto dell’alveare e si attende che le api, dopo l’affumicatura iniziale, risalgano a coprire i telai e si conta quanti telai occupano. Se l’infestazione è bassa, vanno gocciolati interfavo circa 3-3,5 ml di varromed con l’utilizzo di un’apposita siringa. Terminato il gocciolato, si richiude l’alveare e non si può aprire per i prossimi 7 giorni. Al settimo giorno si ripete il test per controllare l’infestazione e si fa un trattamento supplementare se serve e fino al raggiungimento del 2% di infestazione.
Per controllare la caduta di varroa, si installano i fondi antivarroa cosparsi di olio di semi per trattenere la varroa caduta e evitare che le formiche le prendano.
Con l’acido ossalico si fa sempre al tramonto il trattamento con il vaporizzatore seguendo quanto prescritto nel bugiardino del prodotto. Solitamente sono circa 3g ad alveare.
Si inserisce il vaporizzatore acceso dalla porta sul predellino finchè il prodotto è completamente vaporizzato.
Si ripetono i trattamenti per raggiungere il 2% di infestazione massima.

In conclusione, noi crediamo fermamente che trattando le nostre api nel giusto modo e curandole meticolosamente, esse saranno sempre li pronte a ringraziarci!