La nostra prima smielatura

PREMESSA

La smielatura è la raccolta di quanto le api hanno prodotto e stivato nei telai del melario.
Il melario è un modulo aggiuntivo che viene posto sopra la parte dell’alveare chiamata nido, ove si trova la regina con tutta la famiglia (superorganismo) delle api.
Innanzitutto, bisogna sottolineare che, per non incorrere in alcun tipo di problema dovuto alla regina e ai fuchi, tra il nido e il melario, solitamente, poniamo uno strumento detto “escludiregina”. Esso è una sorta di trappola (in plastica o in ferro) che preclude ai fuchi e alla regina la risalita verso i telai del melario, evitando così di ritrovarsi covata nei melari o che i fuchi possano usare il miele stivato in essi cibandosene come fanno normalmente con le scorte sottostanti.

Il percorso della “smielatura” inizia in Apiario con la raccolta dei melari (in Inglese “Harvest”). Non tutti i momenti sono buoni per la raccolta.
Prima di tutto bisogna munirsi di un semplice strumento, il rifrattometro, utile a rilevare il tasso di umidità nel miele, quindi, il quantitativo di acqua in percentuale.
Esso sfrutta una qualsiasi fonte luminosa dove rivolgerlo dopo aver inserito sul suo vetrino il nostro campione di miele, per leggere l’umidità relativa su una scala che vedremo dall’oculare.

Generalmente, la smielatura avviene quando almeno l’80-90% dei telai da melario sono opercolati.
Questo perché l’opercolatura delle celle contenenti miele è sinonimo di umidità relativa giusta per evitarne la fermentazione.
Il tasso di umidità al quale la fermentazione tramite lieviti viene inibita è il 18%. Al di sotto non potrà mai avvenire. Pertanto, è buona norma controllare costantemente il tasso di umidità anche dopo aver riposto il miele raccolto nei maturatori e prima dell’invasettamento, per poter, eventualmente, intervenire con una procedura di deumidificazione se l’umidità relativa superasse il 18%.

OPERATIVITA’

Quando arriva il momento di smielare, ci prepariamo alla parte pratica sia in laboratorio, sia sul campo.

Preparare il laboratorio è fondamentale. Lo si può fare anche il giorno prima di smielare, purché si badi bene a tenere tutti gli strumenti pronti e perfettamente puliti.

Gli strumenti di cui abbiamo bisogno in laboratorio sono:

– Banco Disopercolatore
– Smielatore (manuale o elettrico)
– Secchi in plastica alimentare con rubinetto
– Supporti da maturatore per secchi
– Maturatore
– Coltello taglia favo
– Forchetta disopercolatrice
– Leve varie
– Carrelli porta melari

Gli strumenti che servono sul campo sono:

– Carrelli porta melari
– Apiscampo
– Spazzola a setole morbide
– Affumicatore
– Leve varie

La procedura che la nostra azienda adotta, è la seguente:

il giorno prima di portare i melari in laboratorio, di mattina, dobbiamo piazzare gli apiscampo tra melario e nido (oppure tra melario pieno e melario da riempire).
L’apiscampo si utilizza per limitare le api alla sola discesa dal melario verso il nido (o verso il melario da riempire posto sotto al melario pieno da prelevare). In questo modo, le api, non riuscendo a risalire, lasciano quasi sempre tutte il melario da prelevare. Va lasciato almeno 24 ore per darci la possibilità di avere il melario praticamente svuotato dalle api.
Nello stesso giorno, se non è già stato fatto, specie per chi ha locali molto piccoli, bisogna mettere in opera il laboratorio.
La sala di smielatura può contenere tutto ciò che serve per raccogliere il miele e i vasetti. Tutte le cose non affini alla smielatura, devono essere riposte in magazzino o altrove.
Dopo aver sistemato il disopercolatore, lo smielatore, i maturatori, i secchi e gli strumenti vari, controlliamo che sia tutto perfettamente pulito. In caso contrario, ci adoperiamo alla pulizia di tutto quanto ci serve pulire.

Il giorno successivo, ci recheremo in apiario per prelevare i melari pieni.
Una particolare attenzione va posta allo stivaggio sul mezzo da trasporto.
Quando preleviamo i melari, controlliamo che gli apiscampo abbiano fatto il proprio lavoro, altrimenti, con la spazzola a setole morbide, provvediamo a togliere le api che sono rimaste sui telai (generalmente poche unità).
Con l’aiuto di vassoi di acciaio o degli apiscampo stessi, preventivamente scrollati da tutte le api e messi in modo che le api non possano entrare nei melari, li poniamo sotto e sopra ai melari nel nostro mezzo di trasporto, onde evitare saccheggi e spiacevoli sorprese in fase di guida.
Prelevati tutti i melari, ci rechiamo in laboratorio, dove sistemeremo i melari sui carrelli con ruote per una maggiore facilità di trasporto.
I melari li teniamo quanto più vicini al banco disopercolatore per essere lavorati senza troppi sforzi (consideriamo che un melario pieno per bene arriva a pesare 23-24kg lordi).

Ora siamo pronti per disopercolare.
Per prima cosa, se proprio non possiamo farne a meno, provvediamo a tagliare l’eventuale opercolo esterno col coltello (quando i telai vengono costruiti con cera molto spessa, che supera di molto lo spessore del telaio stesso), per poi rifinire con la forchetta disopercolatrice, aprendo tutti gli opercoli dove il coltello non riesce ad arrivare (perché chiusi all’interno della soglia del telaio).
I telai li riponiamo nel disopercolatore in attesa dell’immissione nello smielatore.
Riempito il banco, passiamo tutti i telai nello smielatore (noi abbiamo un 20 favi elettrico e bidirezionale con velocità regolabile).
Quando è pieno, possiamo iniziare con una velocità di rotazione lenta, data la pesantezza dei telai pieni di miele, per poter asportare miele senza incorrere in vibrazioni eccessive. La velocità va aumentata progressivamente per alcuni minuti (solitamente agiamo 5-10 minuti per ogni direzione di rotazione). Finito il primo lato, stoppiamo e invertiamo la direzione, ripetendo quanto appena fatto.
Al termine dell’operazione abbiamo 20 favi vuoti che vengono prelevati e riposti nei melari che metteremo altrove, in attesa di essere riportati in apiario per la pulizia e rigenerazione (si rimettono sugli alveari in modo che le api ripuliscano il miele residuo e riparino le celle deformate dal cortello, dalla forchetta o dalla gravità stessa).
A questo punto, il nostro miele sarà sul fondo dello smielatore.
In corrispondenza del rubinetto di quest’ultimo, poniamo un prefiltro e un filtro con un secchio in plastica alimentare e apriamo la mandata.
Il miele impiegherà un po’ di tempo per oltrepassare i filtri e pulirsi dai residui di cera, propoli e insetti, in quanto si tratta di un liquido molto viscoso.
Approfittiamo di questo lasso di tempo, se eventualmente avessimo altri telai da disopercolare, per lavorare al banco disopercolatore.
Terminato lo svuotamento dello smielatore, verseremo il contenuto del secchio nel maturatore (dove rimarrà per circa 20 giorni, dandogli la possibilità di espellere tutta l’aria formatasi in fase di filtraggio). Ci si può aiutare con dei supporti da maturatore per appoggiare i secchi in sicurezza e riprendere il lavoro delle tappe precedenti, se serve.
In questa fase proviamo a misurare l’umidità relativa del miele con il rifrattometro. Questa operazione andrebbe effettuata ogni 3-4 giorni, in modo da controllare l’eventuale curva di risalita dell’umidità e intervenire per evitare l’aumento della stessa oltre i limiti.

Terminate tutte le operazioni, rimane la cera nel vassoio di scolo del banco disopercolatore. La lasceremo un paio di giorni a scolare e raccoglieremo il suo miele filtrandolo come previsto. La cera residua si può torchiare e recuperare il miele, oppure la si può invasettare già prima con il miele all’interno, in quanto molto richiesta con miele. Inoltre, il miele recuperato da li, lo possiamo usare per fare un ottimo idromele, oppure lasciar maturare e invasettare a tempo debito.
La chiusura della smielatura avviene con il rientro dei melari all’apiario per la pulizia da parte delle signore Api.

E’ importante sapere che, come accennato sopra, nelle fasi di prefiltraggio e di filtraggio, poiché il miele è molto viscoso, avendo difficoltà a passare le maglie fini del filtro, cadendo nel contenitore sottoposto goccia a goccia, ingloba molte bollicine di aria.
Per questo si riversa nel maturatore.
Quest’ultimo, diversamente da quanto tanti chiedono, non ha nulla a che vedere con la riduzione dell’umidità, anzi, il contrario, specie se tenuto in luoghi umidi e per lunghi periodi, perché il miele è una sostanza molto idrofila e, quindi, trattiene molta umidità presente nell’aria.
L’obiettivo principale della maturazione consta nel dare la possibilità al nettare di lasciar sfuggire le bollicine di aria (avviene in modo molto lento a causa dell’alta viscosità) per invasettarlo in maniera perfetta.
2-3 settimane di maturazione possono essere sufficienti.
Rileveremo molta schiuma densa sulla superficie del liquido posto nel maturatore quando è pronto. Lo scarto va rimosso prima dell’invasettamento con strumenti appositi (palette e spatole).

Al termine della maturazione avremo un prodotto alimentare Squisito!